L’autotrasporto non è più faccenda da uomini.
O meglio, non è più prerogativa maschile. In un settore in continua evoluzione, tra necessità di adeguamento ai parametri comunitari, la svolta al digitale ed il lento ma inesorabile passaggio all’alimentazione elettrica, dove reperire autisti qualificati per le aziende risulta sempre più difficile, le autiste professionali sono in aumento e proprio loro potrebbero essere la risposta all’annoso problema di carenza di personale viaggiante.
Ma come la vivono le dirette interessate? Il sunto in una breve intervista a quattro donne che hanno realizzato il loro sogno di condurre un camion per mestiere, sconfiggendo pregiudizi e luoghi comuni a suon di costanza e raggiungimento di risultati.
I 50 anni di ASTRA SERVIZI, storica società cooperativa del Cuneese che da mezzo secolo offre servizi a 360° alle aziende di autotrasporto è stato lo scenario perfetto per raccogliere la loro testimonianza. A fare da sfondo, il raduno di più di 100 camion da tutta Italia, che con i loro clacson hanno tenuto compagnia all’evento nelle date del 7 ed 8 settembre scorsi, una due giorni ‘non stop’ di festeggiamenti per celebrare gli irriducibili dell’asfalto, insomma coloro che senza il camion non sanno stare.
Come è iniziato tutto? Fare la camionista era il tuo sogno di bambina oppure un progetto maturato col tempo?
La prima a parlare è Paola, 51 anni, 30 di esperienza al volante in qualità di autista professionale, sguardo di ghiaccio e parola pronta:
Sono cresciuta con tre fratelli maschi, ma sono sempre stata io la più forte. All’età di 15 anni ho conosciuto mio marito, che faceva l’autista di professione e con lui è iniziato tutto. Mi ha fatto conoscere ed amare questo mestiere.
E dunque il camion per te è…
Non userò mezzi termini: il camion è la mia vita.
Hai incontrato difficoltà nell’intraprendere questa professione?
A rispondere è Adriana, 37 anni, un viso dolce che lascia trasparire, tuttavia, determinazione e volontà:
“I primi tempi sono stati duri, l’azienda presso cui lavoravo non mi dava fiducia, mi faceva sentire una nullità. Ma io fin da piccola nutrivo la passione per il trasporto, anche se inizialmente avevo valutato i pullman, visto che mio papà ha fatto l’autista per 35 anni e mi portava con sé per brevi tratte, quando era possibile. Poi ho deciso di cambiare, di darmi un’opportunità e presso l’azienda dove lavoro attualmente mi è stata offerta per la prima volta l’opportunità di guidare un camion da sola, che ho colto al volo. Per tre anni consecutivi sono stata la migliore su 1500 autisti per rispetto delle tempistiche e minori consumi di carburante: ho fatto meglio dei maschi e di questo vado estremamente fiera.
Il mio motto è “Ogni giorno una sfida”, insomma, rifarei tutto, il mio è un mestiere che sceglierei sempre.”
Cosa ti piace di più di questo mestiere?
Afferra decisa il microfono Giulia, 30 anni, neofita, ma il cui sguardo si illumina al solo menzionare il suo camion:
“Ho fatto vari lavori, ma già da bambina salivo sul trattore del nonno in campagna, quindi possiamo dire che questa passione mi abbia sempre accompagnata. Amo la soddisfazione che questo mestiere riesce a regalare, la capacità e la consapevolezza di guidare un mezzo possente, di porre in essere manovre difficili che molti non sarebbero in grado di fare. E’ una professione che consiglierei alle amiche.”
Dove ti vedi fra 10 anni?
Risponde Giulia, decisa:
“Nonostante sia stata dura abituarsi alla sveglia così presto…al volante, ovviamente!”
Qual è il tuo motto?
Prende la parola Eva, 24 anni appena ed energia da vendere:
Il mio motto è “Sicuramente combinerò qualche guaio”, anche perché non faccio questo lavoro da molto e ad essere sinceri alcune manovre sono ancora complicate per la sottoscritta. Va detto che sono in gamba, però e di pasticci non ne combino – non grossi almeno [ride]. Diciamo che sto ancora conoscendo questo mestiere che sognavo di fare da bambina, quando vedevo passare i camion dalla finestra e li seguivo con lo sguardo fino a vederli sparire all’orizzonte. Quello che mi ha fatto appassionare ancor di più a questo lavoro, poi, è stato vedere l’impegno e la dedizione dei miei titolari, che dal camion non scenderebbero mai.”
Quanto alla sensibilizzazione nel settore circa le donne al volante, c’è ancora molto da fare?
Risposta corale:
“Sicuramente, il rispetto per le donne c’è, per fortuna l’Italia non è diversa dagli altri Paesi in questo, ma il cammino per la completa parità è ancora lungo da percorrere.”
Questo non è che una breve sintesi di storie di donne che ce l’hanno fatta, per far conoscere la loro esperienza e – perché no? -convincere altre a fare lo stesso. Perché reperire personale viaggiante qualificato è possibile, superando preconcetti e luoghi comuni. Basta guardare all’altra metà del cielo, quella in rosa.
Avv. Giulia Dadone
Responsabile Ufficio Legale
ASTRA SERVIZI S.C.